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Ci sono persone capaci di cambiare il mondo. Giulia Vacatello è una ragazza romana che per passione disegna e crea borse. Nel suo piccolo Giulia ha già iniziato una piccola rivoluzione. Da cinque anni, quando smette il suo lavoro ufficiale, si dedica totalmente al suo progetto eco-friendly e cruelty-free: The White Universe. Buste, pochette, sporte e sac-à-main 100% vegan, niente piume, pelle o derivati di origine animale, ma solo materiali come ecopelle e PVC. Ogni modello è artigianale, unico e non ripetibile, infatti ciascuna cliente ha una parte attiva nella creazione dal momento che può scegliere come accostare e abbinare i diversi materiali e i decori. La sensibilità di Giulia e la sua attenzione verso i temi dell’ecologia e del rispetto per la natura si riflettono anche nelle sue creazioni, pulite, raffinate, essenziali. C’è un certo candore nel modo in cui questa ragazza si affaccia al mondo della moda, più attento al Pianeta che in passato, ma poco avvezzo alla cortesia. Giulia ha scelto una strada in salita, un nome impegnativo e fortemente evocativo, un mercato di nicchia in un settore altamente competitivo, ma affronta l’arena con una semplicità disarmante. Ha iniziato con colla e forbici, poi è passata alla macchina da cucire, ha cambiato il suo profilo Instagram (@thewhiteuniverse) da privato a business e ha lasciato che le cose belle semplicemente accadessero. Forse con qualche timore, magari con parecchi ripensamenti, ma la rete l’ha premiata. Il suo successo è stato lento, tenace e costante, un po’ testardo proprio come lei. Oggi la sua passione è un piccolo brand, apprezzato online non solo tra vegetariani e vegani, che presto avrà anche un negozio a Roma, in via Salaria 121.

www.thewhiteuniverse.com

Ciao Giulia, parlami un po’ del tuo progetto, The White Universe… Perché hai deciso di dedicarti proprio alle borse?

Dici perché proprio le borse eh? Nel film Come farsi lasciare in 10 giorni dicono: «la borsa di una donna è la sua segreta fonte di potere (…)». Credo non ci sia bisogno di aggiungere molto. Ho pensato a cosa fosse indispensabile per noi donne, dopo le scarpe ovviamente, e l’idea è stata fulminea. Una cosa senza la quale non usciremmo mai di casa? La borsa!!! E così mi sono arrovellata per trovare dei modelli insoliti, diversi da quelli che siamo abituati a vedere, ma nello stesso tempo pratici e adatti alla vita frenetica di tutti i giorni.

Raccontami come nasce una borsa…

Le borse nascono da un’unica pezza di ecopelle/pvc, sulla quale sovrappongo delle sagome di legno (prima usavo i cartamodelli di velina) regalatemi da mio papà. Nella fase successiva taglio le diverse sagome e le associo alle loro fodere, anche loro disegnate con delle sagome di legno. Poi passo alla macchina da cucire, alla scelta del filo più idoneo in base al colore e all’applicazione dell’etichetta… Infine procedo ad assemblare le varie pezze precedentemente tagliate. Tecnicamente è un processo molto semplice, quello che richiede più cura e attenzione è l’abbinamento dei diversi materiali e dei differenti colori.

Che materiali usi?

I materiali che uso sono nella maggior parte dei casi “scarti” dell’industria tessile, come il PVC e l’ecopelle … Tutti materiali che non derivano da esseri viventi. Non utilizzo in nessun modo: lana, seta, piume e pelle… Le mie borse sono infatti Vegan al 100%.

Mi piacerebbe sapere cosa ti ha spinto a diventare vegana.

La mia scelta vegan nasce tanti anni fa, quando non era ancora una moda, parte dalla tavola ma si ripercuote poi su diversi aspetti della vita quotidiana come l’abbigliamento. La mia scelta è fatta per gli animali, infatti non mangio nulla che sia in grado di provare dolore, per l’ambiente, perché la risorse del nostro pianeta non sono infinite, e per la salute, perché noi esseri umani siamo frugivori e quindi costituzionalmente poco adatti al cibo di origine animale. La mia è una scelta fatta con il corpo, la mente. la coscienza e lo spirito.

Pensi sia possibile fare moda in modo più etico e sostenibile? L’industria del fashion, soprattutto il fast fashion, è una delle più inquinanti, per non parlare dello sfruttamento dei lavoratori nelle aree più povere del mondo…

Molte aziende come Benetton, Mango e Levis stanno intraprendendo un percorso aziendale volto all’ecosostenibilità. Tantissimi brand investono in tessuti naturali, che riducono le emissioni di CO2, e ricorrono all’uso di energie pulite. Di sostenibilità a livello di condizioni di lavoro se ne è parlato molto negli anni Novanta, quando molte aziende come Nike e Adidas finirono sotto accusa per lo sfruttamento dei loro lavoratori. Oggi le aziende sono molto attente alla moda etica e sostenibile, basti pensare alla FASHION REVOLUTION, un movimento No profit globale che parte il 24 aprile di ogni anno. Fashion Revolution ospita numerosi eventi e manifestazioni volti a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla moda etica. Un’occasione che ci spinge a riflettere e a responsabilizzarci.

C’è un designer in particolare che per la sua sensibilità e attenzione all’ambiente senti particolarmente vicino?

Una stilista che ho sempre ammirato è senza dubbio: Stella McCartney, secondogenita di Paul dei Beatles, vegetariana da sempre. Nelle sue collezioni disegna capi che non prevedono l’uso di pelle, cuoio o pellicce animali. La sua celebre borsa Falabella è totalmente Crueltyfree, realizzata in ecopelle e profilata con una catena è diventata un must have tra le giovanissime e non. Stella McCartney ha saputo dare vita a creazioni che sono amiche del pianeta e nello stesso tempo glamour… Vorrei tanto essere come lei… Sognare è gratis no?

Parlami un po’ della tua collezione primaverile. A cosa ti sei ispirata?

La collezione primaverile The White Universe ha come filo conduttore la leggerezza del volo delle rondini, che si ritrova nel rosa cipria e nelle stampe floreali, vivaci ma delicate allo stesso tempo. Diciamo che sono delle borse soft in un mondo che troppo spesso trovo violento.

C’è un modello cult?

Il mio modello più venduto è sicuramente ‘Valentina‘. Una borsa nata per gioco cinque anni fa, in un pomeriggio d’estate, con la colla (eh sì, la prima borsa era semplicemente incollata!) e tanta, tanta fantasia. Penso che il successo di questo modello sia la sua semplicità e al tempo stesso la sua unicità. La sua tipica forma a busta le conferisce un carattere romantico, ma con personalità grazie alla chiusura cosi particolare. Credimi, ho clienti affezionate che ad ogni stagione ne acquistano una e alle quali devo tutto il mio successo.

Sei una donna da borsa oppure infili tutto in tasca?

Si dice che il calzolaio vada in giro con le scarpe bucate… Io sono proprio così! Realizzo borse da cinque anni ormai e non ne ho mai creata una per me. Ogni volta che provo a farlo poi, per fortuna, le clienti se ne innamorano e quindi ricomincio… Un cane che si morde la coda. Più che “donna da borsa” sono una donna da ‘”busta”, giro sempre con mille buste di tela nelle quali infilo tutto quello che mi serve e che continuo ad accumulare in modo compulsivo. Giuro che il proposito per il 2018 sarà crearmi una borsa The White Universe tutta per me.

Chi è Giulia quando non crea?

Quando non creo sono una ragazza di 33 anni come tutte le altre, con le lavatrici da stendere, l’aspirapolvere da passare e il cane da portare a passeggio. In realtà essere una creativa comporta una sorta di deformazione professionale che nel mio caso porta ad annotare sulle tovaglie di carta dei ristoranti le idee che mi possono venire… Non c’è un attimo in cui la mia mente non smetta di creare ed è una cosa meravigliosa che mi fa sentire viva.

Come vorresti la moda del futuro…

Dalla moda del futuro non mi aspetto nulla perché non rientra nel mio carattere riporre aspettative… Posso dirti che sicuramente abbiamo fatto passi da giganti rispetto a dieci anni fa e, anche se sono sempre stata contraria alle mode passeggere, mi auguro che questo mood Vegan dilaghi sempre più… Anche se sono convinta che l’80% delle persone che sono diventate Vegan per moda non saprebbero dirti le motivazioni di fondo della loro scelta. Questo però è uno dei pochi casi in cui posso mettere da parte il mio carattere polemico con piacere.

Un messaggio per tutti quelli che sembrano insensibili di fronte alle sofferenze del Pianeta

Per chi è insensibile di fronte alla sofferenza del pianeta vorrei solo invitarli a riflettere su un pensiero di Buddha: «Perché infliggere sofferenza mentre noi stessi cerchiamo di fuggirla? Si diventa degni della salvezza quando non si uccide nessun essere vivente».

Fonte : thefashionvox.com

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